Iraq: Una evacuata prima dell’attentato

ANSA Notiziario Generale in Italiano
August 1, 2004

IRAQ: ATTACCHI A CHIESE; UNA EVACUATA PRIMA DELL’ATTENTATO ;
SECONDO LA MISNA, ALTRIMENTI SAREBBE STATA UNA STRAGE

(ANSA) – ROMA, 2 AGO – La chiesa di Sant’Elia a Gedida, nella
zona sud orientale di Baghdad, era stata “evacuata qualche
minuto prima dell’esplosione, altrimenti sarebbe stata una
strage”. La chiesa e’ una delle piu’ frequentate dalla
comunita’ cristiana di Baghdad. Al parroco erano giunte alcune
voci ed era stato avvisato che qualche automobile sospetta
girava nella zona da alcuni minuti. L’esplosione ha ucciso due
musulmani che lavoravano come guardiani nella moschea che sorge
a lato della chiesa. Lo ha detto questa mattina all’agenzia
missionaria Misna una fonte religiosa nella capitale irachena
che, a distanza di alcune ore dall’ondata di attacchi contro
alcuni dei piu’ importanti luoghi di culto cristiani, ha fornito
nuovi particolari e alcune precisazioni.

Le chiese prese di mira ieri dai terroristi iracheni nella
capitale Baghdad sono cinque: due cattedrali, quella armena
cattolica e quella siro-cattolica, e tre chiese caldee, una nel
quartiere di Gedida e due in quello di Dora.

A Dora i danni maggiori si sono registrati nella chiesa dei
Santissimi Apostoli Pietro e Paolo dove, secondo fonti
religiose, almeno 5 persone sono morte e molte altre sono
rimaste ferite. Nell’attacco contro la chiesa di San Pietro e
Paolo e’ stato colpito anche il seminario attiguo.

A Mossul, due persone sono morte e molte sono rimaste ferite
nell’esplosione della chiesa di rito caldeo di Mar Polis, nel
quartiere al-Mohandessin, nel centro della citta’. Secondo fonti
religiose attendibili, che hanno richiesto l’anonimato, tra le
vittime contro le 6 chiese irachene non vi sarebbe alcun
religioso.

Il bilancio complessivo degli attacchi resta comunque ancora
incerto. Stamani l’esercito statunitense ha fatto sapere che la
stima totale sarebbe di 10 morti e 40 feriti, ma fino a ieri
sera il bilancio oscillava dalle due alle 15 vittime.

Sulle responsabilita’, il consigliere per la sicurezza
nazionale del governo provvisorio iracheno ha accusato oggi il
gruppo di Abu Musab al Zarqawi, il presunto alleato di Al Qaida.
“Non c’e ombra di dubbio che questo porta il marchio di
Zarqawi” ha detto Mowaffaq al Rubaie, aggiungendo che gli
attentati sono un tentativo di spingere i cristiani a lasciare
il Paese.

In Iraq vivono 22 milioni di musulmani insieme ad alcune
comunita’ cristiane di varie tradizioni religiose, oltre ai
seguaci delle religioni sabea, mandea e di altre numericamente
meno importanti. Prima della guerra del Golfo, i cattolici erano
oltre 700.000 – tra caldei (piu’ di 600.000), latini (2.500),
siro-antiocheni (75.000) e armeni (2.000) – ma da allora sono
stati in tanti ad abbandonare il Paese. (ANSA).