ANSA Notiziario Generale in Italiano
November 23, 2004
ARMENIA: TRA I PROFUGHI DELLE GUERRE DEL CAUCASO / ANSA ;
ON. BONIVER INAUGURA CENTRO DI SOLIDARIETA’ ITALIANO
IEREVAN (ARMENIA)
(ANSA) – IEREVAN (ARMENIA), 23 NOV – Da lontano, nella
tempesta di neve, sembra un paesaggio irreale: una distesa di
piccole cupole gialle che galleggiano nella nebbia. Da vicino,
la realta’ e’ ben piu’ amara: si tratta di casupole di lamiera o
di gesso, senza finestre, poco piu’ che stalle per animali,
protette contro il freddo da balle di fieno ammucchiate sui
tetti. E’ in questo villaggio, ai margini di Ierevan, che vivono
ventimila profughi armeni, cacciati negli anni ’90
dall’Azerbaigian, in rappresaglia della sanguinosa guerra
secessionista ingaggiata dalla comunita’ armena del
Nagorno-Karabakh contro il governo azero.
Fanno parte di quell’esercito di centinaia di migliaia di
sfollati, vittime dei conflitti etnici e delle contese
territoriali, che fluttuano nel Caucaso e sono spesso tenuti ai
limiti della sopravvivenza dalle loro proprie nazioni, per non
far svanire la possibilita’ di nuove rivendicazioni ed
irredentismi.
Il governo italiano ha da tempo avviato, in base alla legge
180, un programma di aiuti umanitari nei tre Paesi caucasici,
Armenia, Georgia ed Azerbaigian, ed oggi il sottosegretario agli
esteri Margherita Boniver ha inaugurato, alla periferia della
capitale armena, un nuovo centro donato dall’Italia per la
riabilitazione dei profughi.
Una piccola folla di bambini, intirizziti dal freddo e che
sventolavano bandierine tricolori, ha accolto con entusiasmo
l’arrivo del corteo della delegazione italiana, evidentemente un
evento importante nella loro vita di miseria e desolazione.
“Ciao, ciao”, gridavano divertiti lungo la strada di fango.
Una banda in costume, armata di tamburelli e flauti, ha
festeggiato la cerimonia, alcuni brevi discorsi, pronunciati
all’aperto, davanti all’edificio che ospita macchine da cucire,
cucine e altre attrezzature di emergenza. In nuovo centro fa
parte di un programma di aiuti di circa 60 mila euro.
“E’ una ulteriore testimonianza di quanto siano stretti i
rapporti tra l’Italia e la popolazione armena”, ha spiegato il
sottosegretario agli esteri, ribadendo l’importanza anche degli
aspetti umanitari. Sul piano politico, infatti, il governo
italiano mantiene una posizione di assoluta neutralita’ di
fronte alla questione del Nagorno-Karabakh. Chi in quella guerra
ha invece combattuto e’ Gheorghi, “mi chiamo Giorgio” si
qualifica in un italiano stentato. Un armeno cacciato, insieme
alla sua famiglia, da Baku, capitale azera, dove era nato e
vissuto. “Il Karabakh – afferma convinto – e’ armeno, e’ il
cuore della nostra nazione. Non ce lo possono togliere gli
azeri, facendosi scudo di una decisione di Stalin”. Gheorghi
per il momento aspetta nel campo profughi di Ierevan: cosa,
esattamente, non si capisce. La strada per un ritorno a Baku
sembra sbarrata. Forse, anche lui finira’ nella diaspora
all’estero, insieme a milioni di altri armeni. (ANSA).