ANSA/ UE: Turchia, Ankara Dovra’ risolvere anche problemi minoranze

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Agenzia Nazionale/Stampa Associata ANSA (Roma)
Palais des Nations/Salle de presse
Av. de la Paix 8-14
1211 Genève 10

All’attenzione
della redazione centrale di Roma
e delle redazioni periferiche

Gentili signore e signori,

Abbiamo letto con amarezza il dispaccio ANSA di ieri, 1° dicembre 2004,
concernente l’eventuale adesione della Turchia all’UE.
Abbiamo dovuto constatare – nonostante il 16 novembre 2000 la Camera dei
Deputati della Repubblica italiana abbia riconosciuto inequivocabilmente il
genocidio degli armeni (Allegato A Seduta n. 813 del 17/11/2000) – che,
all’atto di esprimere tra virgolette il genocidio degli Armeni occorso
all’inizio del XX secolo, l’ANSA adotta un atteggiamento fuorviante e
pericoloso, di esclusiva derivazione propagandistica propria alla politica
revisionista condotta, fin dalla propria nascita, dallo Stato turco.

Nel 1985 la Sottocommissione per le minoranze delle Nazioni Unite ha definito
col termine di genocidio l’olocausto degli Armeni, ai sensi della Convenzione
delle Nazioni Unite del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la repressione
del crimine di genocidio. Inoltre, la quasi totalità degli esperti
internazionali in materia concorda, senza la minima ombra di dubbio, sul
fatto che quanto subito dagli Armeni tra il 1915 e il 1923 è da qualificarsi
oggettivamente come genocidio.

Vi preghiamo quindi cortesemente di rettificare il vostro dispaccio del 1°
dicembre e di non più tollerare in seno alla vostra agenzia l’utilizzazione
di termini eufemistici o riduttivi, come l’uso di virgolette o corsivi, al
momento di citare il genocidio degli Armeni.
In questo modo si potrà rispettare interamente la vera essenza di questo
crimine, e si darà un contributo fondamentale alla lotta contro il
revisionismo.

Cordialmente

Sarkis Shahinian
Associazione Svizzera-Armenia
Co-presidente

ANSA Notiziario Generale in Italiano
Mercoledì, 1 Dicembre 2004
 
UE:TURCHIA, ANKARA DOVRA’ RISOLVERE ANCHE PROBLEMI MINORANZE ;
SI PRECISANO CONDIZIONI PER OTTENERE AVVIO NEGOZIATO
 
ANKARA
 
(ANSA) – ANKARA, 1 DIC – La Turchia, per ottenere la data di
avvio del negoziato di adesione con l’Ue, deve impegnarsi a
risolvere al piu’ presto possibile i problemi ancora aperti con
le sue minoranze etniche e religiose, come curdi, ortodossi ed
aleviti e a normalizzare le sue relazioni con l’Armenia. E’
quanto riportano oggi i quotidiani turchi Cumhuriyet e Milliyet
che fanno riferimento alla bozza di un documento, trapelato a
Bruxelles nei giorni scorsi, che contiene alcune linee guida per
i capi di stato e di governo che il 17 dicembre dovranno
decidere la data di avvio del negoziato con Ankara e le sue
condizioni.
 
   In particolare, per quanto riguarda la questione curda, l’Ue
sembra orientata a chiedere ad Ankara -secondo i due giornali-
“passi piu’ attivi”, e “negoziati con le organizzazioni
curde” al fine di mettere fine al conflitto. Secondo Cumhuriyet
l’Ue si spingerebbe fino a chiedere “un accordo di cessate il
fuoco con il Pkk” (una cosa che -secondo gli analisti-
difficilmente la Turchia potra’ mai accettare).
 
   Per quanto riguarda i cittadini turchi di religione ortodossa
(sono circa 2000), l’Ue chiede ad Ankara di riaprire la scuola
religiosa ortodossa di Hebeliada (un’isola vicino Istanbul)
chiusa da diversi anni e alla cui riapertura si oppongono gli
ambienti islamici ortodossi che hanno influenza sull’attuale
governo turco.
 
   Per gli aleviti, che si considerano una religione separata
dall’islam e che lo stato ed il governo turco continuano ad
assimilare ai musulmani, l’Ue intende chiedere un riconoscimento
della loro identita’ separata, in quanto “minoranza non
musulmana”, con le conseguenze che cio’ comporta.
 
   Quanto ai rapporti con l’Armenia, con cui la Turchia non ha
relazioni diplomatiche e contatti aerei solo 4 volte la
settimana, l’Ue chiede, come misura urgente, l’apertura di un
passaggio di confine ed un avvio di normalizzazione delle
relazioni avvelenate dal rifiuto di Ankara di riconoscere il
“genocidio” degli armeni del 1915 ad opera degli ottomani e
dalle conseguenze della guerra azero-armena del Nagorno
Karabakh, oggi sotto sovranita’ armena.
 
   (ANSA).

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