SCOPPIA LA POLEMICA SUL PROSSIMO LAVORO I TAVIANI CENSURATI PER LA SHOAH ARMENA?
Caprara Fulvia
La Stampa, Italia
17 Marzo 2006
Fulvia Caprara ROMA Secondo il giornale turco in lingua inglese
“”The New Anatolian”” il premier Silvio Berlusconi avrebbe inviato
ai fratelli Taviani una lettera per invitarli a non rendere tesi
i rapporti con la Turchia. Motivo? Il nuovo film che i registi
inizieranno a girare il 24 aprile in Bulgaria e’ tratto dal romanzo
“”La fattoria delle allodole”” ambientato nell’Anatolia ottomana del
1915-16, proprio durante la tragedia dell’eccidio armeno negato dai
turchi. In realta’, fa sapere Paolo Taviani, nessuna lettera e nennun
invito e’ mai arrivato dal Presidente del Consiglio. Almeno finora.
Anzi: “”Durante la preparazione del film avevamo avvertito un certo
clima poco disponibile da parte dei turchi, cosi’ abbiamo parlato
con il ministro Buttiglione che e’ stato chiarissimo. “In Italia”,
ci ha detto, “non esiste la censura “, “i film vengono giudicati per
la loro qualita’ artistica”””.
Il romanzo della scrittrice italo-armena Antonia Aslan sposa la
tesi del genocidio ricostruendo una vicenda avvenuta durante la
deportazione forzata degli armeni dell’Impero ottomano fino al
nord della Siria. La tesi turca e’ che questa deportazione non fu
un genocidio, ma venne decisa come necessaria “”misura di guerra””
in risposta alla ribellione, su istigazione delle potenze europee,
degli armeni dell’est anatolico. Questi ultimi vennero considerati
traditori degli ottomani perche’ si erano alleati con gli invasori
russi, attaccando le popolazioni turche e facendo, tra queste,
diverse centinaia di migliaia di vittime. E’un fatto che i convogli
ferroviari che deportavano gli armeni furono attaccati lungo il cammino
da forze paramilitari, soprattutto curde, e che, secondo gli armeni,
lo sterminio fu spaventoso, tanto da meritare la definizione di
“”primo genocidio del XX secolo””.
I turchi respingono questa versione degli eventi sostenendo che non
ci fu massacro e che i morti, sia da una parte che dall’altra, armeni
cristiani e turchi musulmani, furono non piu’ di 500-600mila. “”Il
nostro film – chiarisce Paolo Taviani – e’ ispirato al libro con la
liberta’ che da sempre un autore e’ abituato a prendere rispetto
a un’opera letteraria. Della storia dell’eccidio ci interessava
soprattutto l’aspetto umano e infatti al centro degli eventi c’e’
l’amore che unisce una giovane armena a un soldato turco.
Anzi, direi che i turchi un film cosi’ dovrebbero proiettarlo nelle
scuole””.
Sempre in base alle informazioni riportate su “”The New Anatolian””
l’irritazione del governo turco sarebbe aumentata nel momento in cui
al film e’ stato assegnato il contributo Eurimages (600mila euro),
decisione presa durante una riunione dei 32 ministri della cultura
del Consiglio d’Europa con l’opposizione del solo ministro turco e
l’astensione di quello macedone: “”La Turchia – si legge nell’articolo
– sta finanziando le tesi armene con il proprio denaro””. Ma non basta,
la notizia che al film sarebbe andato anche il sostegno Rai avrebbe
creato una forte tensione nei rapporti diplomatici tra Ankara e Roma. E
tutto questo proprio mentre il ministro degli esteri turco Abdullah
Gul avrebbe annunciato passi diplomatici nei confronti dell’Italia
e di altri Paesi europei.
“”Siamo favorevoli all’entrata della Turchia nella Comunita’ Europea –
dicono i Taviani -, nel nostro film non parliamo di turchi in generale,
ma di quella organizzazione nazionale dei “Giovani Turchi” che scateno’
l’eccidio. Abbiamo scelto il romanzo perche’ ci ha appassionato,
ci e’ sembrato che valesse la pena raccontare questa storia.
Punto e basta. I “messaggi”, come diceva Rossellini, li porta il
postino””.
From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress