LETTERA DI BERMAN CHE CONDANNA IL DINIEGO DEL GENOCIDIO ARMENO
Giovedi
15 Aprile 2010
Washington
Washington, DC – Howard L. Berman (D-CA), presidente del House Foreign
Affairs Committee, questa settimana ha mandato una lettera dalle parole
forti ad i suoi colleghi rifiutando quello che lui chiama argomento
"moralmente cieco" che rinnega l’indiscutibile evidenza storica del
Genocidio degli Armeni.
Qui di sotto il testo della lettera:
Cari Colleghi,
Come forse siete a conoscenza, membri del comitato della Turchia stanno
facendo circolare una lettera da firmare al Portavoce Pelosi incitando
che la Risoluzione del Genocidio degli Armeni (H. Res.252) recentemente
approvata dal Foreign Affairs Committee, non sia portata alla piena
Camera per il voto. Gli autori argomentano che l’approvazione del
progetto di legge da parte della Camera "danneggerebbe in maniera
irrevocabile" la sicurezza nazionale degli U.S., deraglierebbe gli
"sforzi in atto" da parte degli Armeni e Turchi nel normalizzare i
rapporti, e nuocerebbe l’economia degli U.S.
mettendo a rischio l’esportazione Americana ed investimenti in Turchia.
Sono in disaccordo con tanti punti della lettera, ma prendo con
particolare forza l’eccezione allo uso della frase "cosi-chiamata
"Risoluzione del Genocidio degli Armeni"", che getta dubbi sulla
storicita’ del Genocidio degli Armenti. Cosi facendo, vola in faccia al
peso schiacciante della incensurabile evidenza storica e la virtuale
unanime opinione di scolari del genocidio. Di fatti, l’uomo che ha
coniato il termine "genocidio", Rafael Lemkin, considerava che il
massacro degli Armeni della era della Prima Guerra Mondiale costituisse
un genocidio, e citava quel genocidio come l’evento che aveva fatto
scaturire il suo interesse nel genocidio.
Rifiuto anche i vari argomenti sulla sicurezza nazionale citata dagli
oppositori della risoluzione del Genocidio degli Armeni. Credo che le
relazioni di sicurezza tra US-Turchia siane fondate sul mutuo interesse
e che la Turchia non sia in procinto di scartare gli immensi benefici
che deriverebbe da relazioni di sicurezza bilaterale per l’interesse di
"punire" gli US per una risoluzione non vincolante, comunque per quanto
possa irritarsi da quella risoluzione. Per esempio, rischierebbe la
Turchia di perdere informazioni in tempo reale sui movimenti del PKK
nel nord del Iraq?. Altamente dubbioso.
Inoltre, la storia delle risposte turche al riconoscimento del
Genocidio degli Armeni da parte di altri governi e parlamenti
suggerisce che cadute negative sarebbero limitate e di breve durata
al massimo.
In piu’ io disputo l’argomento che approvando H.Res. 252 questo
deraglierebbe i protocolli Turchi-Armeni. Questi protocolli stanno
raccogliendo polvere nel parlamento Turco da quando sono stati firmati
in Ottobre, e particolarmente, in luce delle pre-condizioni stabilite
dal comando Turco ci sono poche probabilita’ che essi siano ratificati
in un prossimo futuro.
In fine, discuto l’asserzione che approvando la risoluzione questo
danneggerebbe l’economia degli U.S. Questo affatica la credulita’ nel
credere che la Turchia rifiuterebbe gli investimenti U.S.e fermerebbe
gli acquisti dei prodotti U.S. nel caso che la Camera adotti H.
Res.252. In un senso piu’ generale, sono profondamente disturbato da
questa linea di argomento moralmente cieca, perche’ potrebbe essere
usata per giustificare la inazione su qualsiasi numero di diritti
umani in giro per il mondo.
Anche se non accetto gli argomenti di quelli che anticipano danni
potenziali alla sicurezza nazionale degli U.S. dovesse la Camera
approvare la Risoluzione del Genocidio degli Armeni, io rispetto
quegli argomenti. Cio’ che non posso ne accettare ne rispettare e’
qualsiasi richiesta, diretta o implicita, che uno dei piu’ grandi
crimini della storia moderna non sia successo.
Cordialmente,
Howard L. Berman Presidente Committee on Foreign Affairs