Yerevan, L’Albicocca D’Oro

YEREVAN, L’ALBICOCCA D’ORO

Osservatorio Balcani e Caucaso

25 luglio 2011
Italia

[Yerevan, the Golden Apricot]

Ilenia Santin | Yerevan 25 luglio 2011

Si è concluso nella capitale armena l’edizione 2011 del Film Festival
Internazionale “Albicocca d’oro”. Quest’anno il festival ha riservato
uno spazio particolare all’Italia, con una sezione dedicata al 150°
anniversario dell’Unita. Nella Giuria era presente anche il goriziano
AleÅ¡ DoktoriÄ~M. Il resoconto della nostra corrispondente

Domenica 17 luglio si è conclusa l’ottava edizione del Golden Apricot
International Film Festival. Fondato nel 2004 su iniziativa del
regista armeno Harutyun Khachatryan, il festival si tiene ogni anno a
Yerevan in coincidenza col periodo di maturazione delle albicocche –
da cui il nome – e si apre con una cerimonia di benedizione di questi
frutti, simbolo dell’Armenia. Il tema della rassegna cinematografica,
“Crocevia di Culture e Civilta”, riflette la storia del Paese:
per millenni luogo di incontro tra i popoli, si è arricchito di
influenze diverse e ha acquisito un vasto patrimonio artistico. Nella
dichiarazione d’intenti degli organizzatori, il festival può dunque
“fare da ponte per favorire il dialogo tra i popoli… per questo
accoglie ogni anno film che raccontano storie di gruppi etnici,
religioni e nazioni diverse che rappresentano le vicissitudini umane
in un mondo che riconosce sempre meno confini”.

Harutyun Khachatryan Il festival ha l’obiettivo di mantenere viva
la tradizione cinematografica nazionale, entrata in crisi col crollo
dell’Unione Sovietica, e contribuisce a “migliorare il gusto estetico
delle persone rendendo accessibili alla gente film di qualita”, hanno
commentato al network Armenialiberty alcuni giovani all’uscita dal
cinema il 13 luglio. Lo stesso Khachatryan, durante la conferenza
stampa di presentazione del programma l’8 luglio, aveva attribuito
“grande importanza a diffondere l’amore per il cinema in Armenia,
nonostante non ci siano strutture sufficienti: possiamo proiettare
i film solo una volta poiché non ci sono abbastanza teatri, un
vero e proprio lusso per il Paese”. Rispetto ad altre kermesse
cinematografiche, il festival di Yerevan infatti è “più piccolo,
con costi contenuti… ma riesce comunque ad attrarre film di qualita:
Khachatryan è riuscito a trasformare la sua invenzione in un evento
relativamente pieno di star del cinema per un piccolo paese del
Caucaso”, ha evidenziato il 14 luglio Armenialiberty.

Il cinema Mosca, sede principale delle proiezioni (Foto Ilenia Santin)
L’edizione del 2011 ha aperto i lavori il 10 luglio alla presenza
del Primo ministro Tigran Sargsyan, della ministro della Cultura
Hasmik Poghosyan e di alcuni ospiti internazionali, tra cui l’attrice
francese Fanny Ardant e il regista iraniano Abbas Kiarostami. “Ogni
anno gli organizzatori riescono a presentare programmi interessanti
che richiamano registi da tutto il mondo”, ha dichiarato il 13 luglio
il critico cinematografico olandese Peter van Bueren in un’intervista
ad Armenialiberty. “La qualita della competizione internazionale è
molto alta: se si paragona la qualita media dei film qui presentati
con quella dei film di altre manifestazioni in Europa orientale o
altrove, questo festival è migliore: non ci sono film brutti qui”.

La CSI, vent’anni dopo Quest’anno il premio “Albicocca d’Oro” è stato
assegnato a “Nader e Simin, una separazione” dell’iraniano Asghar
Farhadi, gia Orso d’Oro a Berlino nel febbraio scorso. La competizione
prevedeva, oltre alle due categorie principali – “Lungometraggi”
e “Documentari” – anche una sezione dedicata al “Panorama armeno”
con cortometraggi, lungometraggi, film d’animazione e documentari
prodotti esclusivamente da registi armeni, e il programma “Apricot Pit”
(armellina), rivolto a giovani registi.

Quest’anno, inoltre, in occasione dei vent’anni della fondazione
della Comunita degli Stati Indipendenti (CSI), gli organizzatori
hanno previsto una sezione speciale dedicata ai film prodotti nelle
ex Repubbliche Sovietiche: “Grazie al sostegno della Fondazione per la
Cooperazione Umanitaria della CSI, sono stati invitati undici registi
da Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan,
Uzbekistan”, ha spiegato Khachatryan durante la conferenza stampa del
12 luglio. L’iniziativa ha permesso di “presentare spaccati di vita
quotidiana e discutere della situazione attuale della cinematografia
in altri Paesi dell’ex URSS”.

L’Italia a Yerevan All’edizione del 2011 hanno partecipato circa
150 film provenienti da 45 paesi diversi, tra cui l’Italia, a cui è
stata riservata una parte speciale del programma dedicata al 150°
anniversario dell’Unita.

“Risorgimento 150” ha visto la presentazione di quattro lungometraggi
sul tema, e la serata del 13 luglio dedicata alla storia italiana
con la proiezione di “Viva l’Italia!”, film del 1961 di Roberto
Rossellini sull’epopea garibaldina. All’evento erano presenti anche
la ministro della Cultura armena, l’Ambasciatore italiano a Yerevan
Bruno Scapini e la produttrice cinematografica Silvia Cecchi d’Amico,
che ha introdotto la pellicola, particolarmente apprezzata da pubblico
e critica. “In Armenia è forte la propensione verso la cinematografia
italiana e, soprattutto, verso quel filone che maggiormente si ispira
alle nostre molteplici realta sociali”, si legge nel comunicato stampa
della Farnesina del 15 luglio.

AleÅ¡ DoktoriÄ~M L’importante contributo italiano al Festival
armeno è stato confermato anche dalla presenza del goriziano
AleÅ¡ DoktoriÄ~M. “Ho potuto conoscere Harutyun Khachatryan nel
dicembre 2009, quando è stato insignito del “Premio Darko Bratina”
dall’Associazione Kinoatelje, di cui sono presidente”, ha spiegato il
cineasta italiano ad Osservatorio il 18 luglio, al termine del proprio
impegno nella giuria per la sezione “Documentari”. “Il successo
del Festival dipende in gran parte dal suo ideatore e direttore,
Khachatryan, che grazie ad un’estesa rete di contatti è riuscito a
trasformare l’iniziativa in una vera e propria festa a cui partecipano
grandi nomi del panorama cinematografico internazionale”. Pur
evidenziando che “la manifestazione armena non è ancora ai livelli
delle più famose rassegne cinematografiche, in quanto mancano le
prime mondiali e tutti i film in concorso sono scelti tra i vincitori
di altri festival, ciò non diminuisce il valore dell’evento: c’è
un clima festoso in cui comunque non manca la competizione, poiché
la gara coinvolge i migliori film del momento”.

Secondo DoktoriÄ~M il festival è dunque un “fenomeno in crescita:
i film vengono selezionati con attenzione, prediligendo certi temi
e coinvolgendo opere di diversa provenienza, al fine di garantire
il rispetto del concetto di crocevia di culture”. In quest’ottica,
il festival riesce, laddove la politica spesso non arriva, “ad
avvicinare realta tra loro distanti e a favorire lo scambio e la
reciproca comprensione”.

http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Yerevan-l-Albicocca-d-Oro-99034