Siria, l’arcivescovo armeno-cattolico di Aleppo: "La vita va avanti,

AdnKronos- Italia
19 feb 2015

Siria, l’arcivescovo armeno-cattolico di Aleppo: “La vita va avanti,
anche se le condizioni sono drammatiche

Articolo pubblicato il: 19/02/2015

Ad Aleppo “la vita va avanti, nonostante le circostanze drammatiche”.
E’ questa la testimonianza dell’arcivescovo di Aleppo per gli
armeno-cattolici, Boutros Marayati, che in un’intervista ad
Aki-Adnkronos International racconta la vita quotidiana nella città
assediata e devastata da quasi quattro anni di guerra.

“Le condizioni sono drammatiche, la città è sotto assedio, solo un
terzo è sotto il controllo dello Stato”, spiega monsignor Marayati,
che si trova a Roma per partecipare a un convegno organizzato dalla
Comunità di Sant’Egidio. “Mancano l’acqua e l’elettricità, che ci
arrivano un’ora al giorno, o a volte non arrivano proprio”.

Anche i combustibili mancano, e questo comporta “molta sofferenza ora
che è inverno, soprattutto per i bambini”, aggiunge il prelato,
sottolineando che “la gente ha molta paura” e questo è il primo
movente a spingere la popolazione ad emigrare. “Circa la metà della
diocesi è emigrata e il fenomeno è aumentato dopo la caduta di un
razzo sulla sede del vescovado alcuni mesi fa”, ricorda.

Vi è poi la crisi in Iraq e la situazione a Mosul, occupata dallo
scorso giugno dalle milizie dello Stato islamico, che fanno temere ai
cristiani di Aleppo di finire sotto lo stesso giogo. “A tutto questo
si aggiunge la mancanza di medicinali”, sottolinea Marayati, il quale
esprime la speranza che si raggiunga “un cessate il fuoco o un
congelamento dei combattimenti ad Aleppo”.

Il governo di Damasco ha accettato la richiesta dell’inviato speciale
dell’Onu in Siria, Staffan De Mistura, di congelare le ostilità ad
Aleppo, ma l’arcivescovo mette in evidenza che “tra il dire e il fare
c’è molta strada da percorrere”. Attualmente la città è divisa “in due
parti: la prima, pari a due terzi, è nelle mani dell’opposizione che
oggi si è trasformata in movimento jihadista, e l’altra è controllata
dal regime”, ma entrambe subiscono bombardamenti.

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